Che cosa sono e come si manifestano
I disturbi specifici del linguaggio interessano la
comprensione e la produzione di parole e/o frasi. Possono presentarsi con un ritardo nella comparsa delle
singole parole, alterazione nella produzione dei suoni linguistici o
anche difficoltà a livello lessicale, sintattico-grammaticale (la struttura
della frase) o pragmatico.
Le difficoltà linguistiche in età
evolutiva possono manifestarsi in associazione con altre condizioni patologiche
(deficit neuromotori, sensoriali, cognitivi e relazionali), o presentarsi in
forma isolata. Nel primo caso si parla di disturbi del linguaggio secondari (o
associati al disordine primario), mentre si definiscono primitivi o
"specifici" i ritardi o disordini del linguaggio in cui non sono
identificabili fattori causali noti.
I disturbi specifici di linguaggio
possono essere classificati in base alla compromissione delle diverse aree linguistiche:
1. Ritardo semplice di linguaggio
(disordine fonologico): quando la compromissione prevalente è a carico del
sistema fonologico
2. Ritardo specifico di linguaggio: quando
la compromissione prevalente è a carico dello sviluppo lessicale
3. Disfasia evolutiva: quando
la compromissione prevalente è a carico del sistema sintattico
4. Disturbo semantico-pragmatico: quando
la compromissione maggiore è a carico delle integrazioni metalinguistiche, del
linguaggio come sistema di controllo del comportamento e delle integrazioni
logico-linguistiche.
L’acquisizione linguistica del bambino
·
4-8 mesi: comparsa della lallazione
La lallazione è l’emissione di suoni ripetitivi
costituiti da consonante e vocale come ma
ma ma, ma può anche variare come ba da,
in tal caso si parlerà di lallazione
variata.
·
9-18 mesi: comparsa delle prime parole e dei gesti comunicativi
A 12 mesi il bambino comprende in media
circa 50 parole che in genere riguardano: le azioni familiari; i piccoli
giochi; le parti del corpo; i divieti, cioè tutto ciò che gli adulti hanno
detto e regalato di linguistico.
Inoltre sempre intorno ai 12 mesi comincia
a riprodurre parte delle parole da lui comprese.
I bambini sviluppano spontaneamente due
tipi di gesti:
1.
Indicativi: indicare.
2. Descrittivi: per
riferirsi ad azioni e proprietà di oggetti.
·
18-24 mesi: esplosione del vocabolario
Dopo le prime 50 parole assistiamo a quella
che in ricerca viene definita come “L’esplosione del Vocabolario”. Dal 19° mese
il vocabolario cresce in modo esponenziale, la stima (tuttora discussa dai
ricercatori) è di 9 parole nuove al giorno, di 63 parole a settimana. E’ una
fase però che non tutti i bambini attraversano, secondo gli esperti, ma, che ci
sia o no, nulla toglie al fatto che a 4 anni i bambini padroneggino oltre 5ooo
parole, se non ci sono stati importanti ostacoli al percorso.
· 24-36 mesi
costruzione della frase.
I bambini lasciano la struttura
dell’olofrase (una parola per esprimere una frase) e si avviano alla
combinazione di due parole (solitamente SV) ampliando sempre di più le loro
strutture sintattiche fino al raggiungimento del linguaggio adulto (6-7 anni).
I campanelli di allarme: come riconoscere precocemente
un disturbo del linguaggio
Possono essere evidenziati in modo precoce alcuni
fattori di “rischio”:
· assenza
di lallazione prima vocalica e poi consonantica (dai 5-7 mesi ai 9-10 mesi);
· assenza
di utilizzazione dei gesti deittici (indicare, dare, mostrare) e referenziali
(12-14 mesi)
· mancata
acquisizione di “schemi d’azione con gli oggetti” (utilizzo specifico
dell’oggetto in uno schema d’azione, 12 mesi)
· assenza o
ridotta presenza di “gioco simbolico” (“gioco del far finta” 24-30 mesi)
· vocabolario
ridotto ( meno di 20 parole a 18 mesi; meno di 50 parole a 24 mesi)
· ritardo
nella comparsa delle prime combinazioni di gesto-parola
· deficit
nella comprensione di ordini non troppo contestualizzati e che implicano una
decodifica linguistica (24-30 mesi)
· persistere
di espressioni verbali incomprensibili dopo i 30 – 36 mesi.
Tutti questi segnali sono da valutare attentamente
soprattutto se sono contemporaneamente presenti 2 o più di questi indicatori.
Come si diagnosticano
La diagnosi non
può prescindere da un’accurata valutazione neurospicologica e logopedica, precedute da un’anamnesi dettagliata ed eventualmente
degli approfondimenti medici (es:
visita audiometrica). Nella programmazione di un intervento riabilitativo
infatti si deve tener conto sia delle difficoltà che dei punti di forza del
bambino ed è necessaria quindi la conoscenza del profilo del bambino su
molteplici aspetti.
Come si
interviene
L’intervento
d’elezione per un disturbo specifico di linguaggio è quello logopedico ma
poiché spesso i disturbi del linguaggio si presentano in concomitanza con altre
problematiche è necessario valutare caso per caso per considerare le modalità
più opportune di intervento anche con il coinvolgimento di altri professionisti
(es: terapista della neuro e psicomotricità).
Riferimenti bibliografici:
Disturbi specifici di linguaggio Chilosi, Cipriani,
Fapore, 2002.
Presa in
carico e intervento nei disturbi dello sviluppo Mariani, Marotta, Pieretti,
2009.
Il
disordine fonologico nel bambino con disturbo di linguaggio Sabbadini, De
Cagno, Michelazzo, Vaquer 2004.
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